24 novembre 2012

La "gara delle idee" nel Pdl

da Francoforte sul Meno, Germania
Silvio Berlusconi (fonte: Repubblica.it)
Se c'è un partito in Italia in questo momento capace di tenere tutti col fiato sospeso, quello non può che essere il Popolo della libertà. Primarie si? Primarie no? Silvio c'è? O non c'è?

Di oggi sono le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su una sua possibile candidatura a candidato premier del Centrodestra. La cattiva notizia per il Pdl non è la ventilata possibilità che Berlusconi torni in campo. Semmai lo è la mancanza di polso del segretario, Angelino Alfano, che poco dopo mette in dubbio l'utilità di uno strumento tanto importante come le primarie.

Proviamo a riassumere gli eventi e a commentarli insieme. L'ex presidente del Consiglio, rispondendo alla domanda dei giornalisti a Milanello se intendesse tornare in campo, ha detto che ci sta pensando perché sarebbe palese che il crollo del Pdl è dovuto anche alla sua fuoriuscita dalla scena politica [1]. Una dichiarazione che, per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, basta per "costringe[re] il partito a rivedere tutto" perché metterebbe in evidenza l'inutilità di ricorrere alle primarie. Secondo Alfano infatti "hanno senso solo se non si candida" [2]. Poi aggiunge: "Le primarie le abbiamo immaginate come un motivo di rilancio del Popolo della libertà, pensando e sperando che fosse una gara delle idee attraverso la quale recuperare la fiducia di tanti elettori che ci avevano votato" [3].

Commento alle note [1], [2] e [3].

[1] È mia opinione personale che Berlusconi non abbia davvero fatto il bene del Pdl, ben che meno del Centrodestra, lasciando il partito senza una chiara visione di quello che il passo indietro significasse realmente. Un abbandono definitivo? Una pausa di riflessione? Un compromesso? Nulla. Un silenzio che per settimane ha gettato tutti nell'incertezza più totale sul futuro del Pdl. Tant'è che di pari passo con la confusione si è impennato anche il numero dei candidati premier assieme alle voci di possibili scissioni. Ancora oggi non è chiaro se Berlusconi ha intenzione di lanciare o meno un nuovo movimento, senza contare il suo totale disinteresse per lo strumento delle primarie.

[2] Cosa significa che la discesa in campo di Berlusconi renderebbe inutili le primarie? Perché avrebbero senso solo se non ci fosse Silvio? Le primarie sono utili. Senza le primarie il partito non avrebbe un leader, ma un capo. Senza le primarie il Pdl non sarebbe del Popolo della libertà, ma di un soggetto unico. È vero che è così che questo movimento è nato ma oggi le condizioni sono cambiate e con esse il modo dei cittadini di vedere la politica. Oggi il cittadino tende a voler scegliere ed essere parte attiva, non passiva, della vita politica del Paese. Le primarie quindi hanno senso a prescindere, sempre e comunque.

[3] Con questa dichiarazione Alfano dimostra di avere le idee piuttosto confuse. Che vuol dire che le primarie erano state pensaste come strumento di rilancio del Pdl se poi dipendono dalla volontà o meno di Berlusconi di prendersi parte? Come se lo stesso Berlusconi non fosse compartecipe della sua parabola discendente, anch'egli responsabile, in quanto leader, degli insuccessi e delle sconfitte tanto quanto i successi e le vittorie.
Questo poi si lega alla seconda parte della sua dichiarazione. Se fosse vero che le primarie, intese come "gara delle idee", dovessero perdere davvero di significato con Silvio in campo, allora delle due una: o Berlusconi è l'unico capace di generare idee innovative in tutto il Pdl, oppure lo stesso Alfano non ha il polso per guidare un partito, tanto meno per esserne il candidato premier.
Annullare le primarie significherebbe riportare gli elettori del Centrodestra dove erano prima dell'eclissi Berlusconiane. Alla disaffezione e al voto per Grillo.

Per concludere, è mia opinione personale che un partito moderno, oggi, non possa fare a meno delle primarie. Nel caso del Pdl ciò vale anche di più. Ritengo che sia l'unico modo per lo stesso Berlusconi di legittimare se stesso davanti al popolo italiano e dimostrare che detiene ancora la fiducia degli elettori in barba ai vari procedimenti penali in cui deve difendersi. Per il Pdl è l'opportunità di "rinnovarsi", almeno nei metodi, e lasciarsi alle spalle le ferite e la sfiducia degli elettori determinate (anche) dalle vicissitudini giudiziarie del fondatore.

Per quanto mi riguarda, ogni discorso che esuli dalle primarie di partito o di coalizione è un passo indietro e, a questo punto, non farebbe altro che indebolire ulteriormente un partito già sofferente.