26 maggio 2014

Breve riflessione sui risultati delle elezioni europee

da Bruxelles, Belgio
Fonte: rt.com

Breve riflessione: ha vinto il PD di Renzi.
Fine della riflessione.
Che altro ci sarebbe da dire? 

I risultati sono eloquenti. Non ci rimane altro da fare che interrogarci sulle ragioni di una vittoria così schiacciante e cosa questa può comportare in Italia e in Europa. Proviamoci.

I risultati
Con oltre il 40% dei voti al PD, l'Italia si dichiara un paese fondamentalmente di centrosinistra. Un risultato storico (solo la DC degli anni Cinquanta ha fatto meglio) che spazza via ogni dubbio su a chi, oggi, gli italiani vogliono rivolgere la propria fiducia.

Un risultato interessante e controcorrente rispetto alla Germania, la Francia e la Spagna. In Germania, la conferma della Merkel non è una sorpresa visto che i tedeschi se la passano comunque bene. Gli spagnoli, che già avevano punito le politiche di Zapatero, ieri hanno confermato la fiducia al centrodestra. In Francia, i Hollande ha fallito e il suo socialismo è crollato ai minimi storici: è stato letteralmente punito in favore della destra della Le Pen. Se guardiamo ai paesi UE a noi più affini, sia dal punto di vista culturale che sociale, solo la Grecia e il Portogallo sono andati a sinistra.

Torniamo in Italia. E' interessante e fa pensare il crollo di Forza Italia. Sembra siamo oramai arrivati al punto di non ritorno del Berlusconismo. Tuttavia, all'emorragia e alla fuga di voti dal partito di Silvio non è corrisposta una crescita delle preferenze negli altri partiti di centrodestra. Come mai?

Azzardo alcune ipotesi: offerta troppo frammentata e confusa (si va dagli europeisti convinti di Alfano agli euro-critici di Fratelli d'Italia, passando per Forza Italia); partiti in aperto conflitto tra loro; a parte qualche eccezione, più o meno la stessa gente in posizioni di leadership. Tra tutte le varie ipotesi, quella che oggi mi tengo più stretta è che se abbiamo elettori che in passato hanno votato a destra e oggi votano PD o M5S, è per me un ulteriore segnale di come il ventennio Berlusconiano abbia devastato il centrodestra in Italia. In altre parole, oggi ci credono davvero in pochi.

Una nota a parte per la Lega Nord, che con il suo 6,15% a livello nazionale ha ottenuto un ottimo risultato col minimo sforzo (rispetto a quanto fatto a Bruxelles negli ultimi cinque anni). 

#VinciamoNoi, #VinciamoPoi o #VinciamoMai? Il dilemma del Movimento 5 Stelle sta tutto in quel deludente 21,15%. L'Italia ha chiaramente rifiutato l'idea del partito unico grillino: il M5S non solo ha perso punti rispetto alle ultime elezioni politiche nazionali, ma è stato praticamente doppiato dal PD.

Riflessi del voto in Italia
Se tutti concordano sul carattere sorprendente dei numeri di Renzi, sarebbe interessante capire da cosa sia dipeso questo exploit. Era chiaro da qualche settimana ormai che il vero duello si giocava tra Renzi e Grillo. Renzi ha fatto di queste elezioni un referendum sulla sua persona. O si vince, o si torna a casa. Grillo, invece, sulla ragione esistenziale del suo movimento. Ad aprile, in Senato diceva che se avesse perso le elezioni avrebbe lasciato. Per ora aspettiamo ancora che commenti i risultati. Un videomessaggio dovrebbe essere pubblicato oggi.

Visti i risultati, gli italiani hanno preferito il dialogo alle urla, le istituzioni alla rivoluzione, l'euro (vd. i mutui accesi) alla lira (vd. paura di finire a fare la fila per il pane), il dialogo al tavolo rovesciato.

Io sinceramente non penso che Renzi abbia vinto per gli 80€ al mese in busta paga. Il M5S ha promesso il reddito di cittadinanza ma ha comunque perso il 5-6% dei voti. Credo invece che Renzi abbia vinto perché in Italia non c'è un'opposizione di destra unita e solida, mentre quella di Grillo non è stata ritenuta credibile.

La prima domanda che tutti si facevano ieri era se il PD terrà in vita l'attuale governo oppure se, forte di questo 40%, punterà a nuove elezioni per avere finalmente una legittimazione alle urne e governare da solo. Le prime dichiarazioni indicano che si continuerà sulla strada delle riforme. Onestamente, per il bene del Paese, credo sarebbe meglio andare a votare subito. E lo dico da elettore di centrodestra.

Con queste premesse, come possono gli altri partiti continuare a sostenere l'approvazione dell'Italicum? Come possono Alfano e Berlusconi continuare a tenere in vita un governo che porta a casa provvedimenti di cui, a livello d'immagine, beneficia solo Renzi?

I partiti di centrodestra, Lega Nord inclusa, hanno messo insieme il 31% a livello nazionale. Non è fantascienza immaginare questi partiti coalizzati alle prossime elezioni politiche. Nel frattempo, potremmo vedere il tentativo di logorare il governo Renzi, rallentando e ostruendo i lavori parlamentari allo scopo di intaccare l'immagine del PD. In altre parole, corriamo il rischio di un gioco allo sfascio in Parlamento pur di far rientrare i valori del PD entro numeri accettabili prima delle prossime elezioni.

Nel frattempo, il M5S dovrà probabilmente ripensare la propria strategia e modus operandi. Non credo sia più possibile pensare di raggiungere il 51% delle preferenze per poter portare a casa qualche risultato concreto per la collettività. Una chimera, se Grillo continua a mandare il mondo a quel paese. Probabilmente il movimento dovrà cominciare a prendere in considerazione la possibilità di lavorare con qualcuno, altrimenti sarà inesorabilmente destinato a scomparire nel vuoto delle proprie promesse.

Riflessi del voto in Europa
Se non erro, il PD è il primo partito di centrosinistra in Europa. Porterà nel Partito Socialista Europeo il numero più alto di parlamentari. Mentre il dibattito su chi sarà il prossimo presidente della Commissione Europea va avanti (Schulz, Juncker, o un compromesso?), il dato certo è che il ruolo europeista della Francia ora passa all'Italia. Ad Hollande, l'arduo compito di rappresentare a Bruxelles il sentimento anti-europeista dei francesi. Una dinamica che non può che aiutare Renzi, il quale potrebbe non doversi esporre più di tanto.

A leggere i risultati dai grafici qui sotto, l'Europa ha visto una crescita notevole di partiti euro-scettici o di estrema destra: vedi Austria (Freedom Party of Austria, 19,50%), Francia (Front National, 24,95%), Grecia (Syriza, 26,55% e Alba Dorata, 9,39%), Inghilterra (United Kingdom Independence Party, 28%), per citarne alcuni.

Nonostante ciò, i maggiori gruppi pro-Europa, vedi il Partito Popolare Europeo e i Socialisti Europei, riescono a mantenere la maggioranza del Parlamento. Interessante sarà capire se saranno costretti a lavorare insieme, o se sarà possibile per loro instaurare alleanze con gruppi politicamente affini. Certo è che la fetta non indifferente di parlamentari eletti in partiti non allineati ed euro-scettici avrà la possibilità di complicare il lavoro del prossimo Parlamento.

I risultati ufficiale dal sito del Parlamento Europeo