17 aprile 2013

Beppe Grillo e la caciara istituzionale

da Francoforte sul Meno, Germania

Beppe Grillo si rende conto di essere stato tagliato fuori da ogni discorso per l'elezione del Presidente della Repubblica e grida all'inciucio tra Pd e Pdl. Denuncia una possibile convergenza sui nomi di Amato e D'Alema e lo fa avvertendo gli italiani che ciò porterà "l'Italia alla dissoluzione non solo economica, ma anche come stato unitario."

Ho letto l'articolo sul suo blog e, in estrema sintesi, si rafforza la mia opinione su Beppe Grillo, il politico: un capo-popolo di una rozzezza e di una volgarità istituzionale assordanti.

Riferendosi al mancato accordo di governo con il Partito democratico ed accusando Bersani di averlo fatto saltare, Grillo mente sapendo di farlo. Sul suo blog scrive:
"[Bersani] non ha fatto una piega su una proposta congiunta di incandidabilità di Berlusconi, nè per la legge sul conflitto di interessi. Voleva tutto in cambio di nulla per sopravvivere a se stesso."
Sono il solo a ricordare che lui stesso ed i suoi parlamentari eterodiretti hanno rifiutato per primi ogni accordo programmatico sui famosi "otto punti di Bersani"? E in quegli otto punti non ce n'erano forse molti in comune con il Movimento 5 Stelle? 

Ora che è fuori da ogni trattativa, Grillo preferisce, come si dice a Roma, "buttarla in caciara."
La cosa che gli riesce meglio. Da sempre.

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