18 febbraio 2013

Perché sostengo Fratelli d'Italia

da Francoforte sul Meno, Germania
La mia posizione rispetto ai partiti

Scegliere chi votare non è mai stato così difficile come in queste elezioni, almeno per me. Dopo aver letto praticamente tutti i programmi delle principali coalizioni, o dei partiti, ho fatto la mia scelta: Fratelli d'Italia. In questo articolo cercherò di spiegare i motivi della mia scelta.

Qualcuno sicuramente avrà avuto o starà avendo un'esperienza diversa. Molti sono già decisi, convinti o meno dalle proposte dei partiti. Altri voteranno seguendo la "bandiera." Altri opteranno per il voto di protesta. C'è chi voterà il "meno peggio" o chi, alla fine, si asterrà o non andrà al seggio.

Perché, quindi, è stato così complicato arrivare a questa scelta? Un po' forse è dipeso dalla fluidità che caratterizza il mio posizionamento sullo scenario politico italiano. In linea generale mi sento più vicino ai valori conservatori di centrodestra ma su alcune questioni sono tutt'altro che monolitico. Il sottotitolo del mio blog è abbastanza emblematico su questo punto: "pensieri e riflessioni (un po' liberali, un po' conservatori, un po' progressisti) sul mondo che mi circonda."

Posso dire di considerarmi conservatore nella difesa della famiglia tradizionale e rispetto al significato ed ai valori che attribuisco ai concetti di patria e nazione. Su economia e lavoro potrei definirmi un tipo liberista. Su diritti sociali e welfare potrei dire di avere qualche tratto tipico del progressista.

Detto questo, il mio voto, non era del tutto scontato. Mi sono messo in gioco. Ho aperto la sezione "Politiche 2013" sul mio blog anche soprattutto per autoeducarmi al voto. Per fare, insomma, una scelta consapevole.

E queste sono le mie considerazioni:

Popolo delle Libertà. Se Berlusconi si fosse fatto da parte sarei stato più disposto verso il Pdl e probabilmente Fratelli d'Italia non sarebbe nato.Non mi piacciono i partiti personali. Non mi piace la poca trasparenza e il grigiore degli ultimi anni. Non mi piace il garantismo quando offende l'intelligenza delle persone. Mi emozionai alla fusione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale ma, da allora, vi è stato poco e niente per suscitare il mio "attaccamento alla maglia".

Partito democratico, Sinistra Ecologia e Libertà. Li ho ammirati per le primarie, ma non basta. E poi c'è l'alleanza con Vendola e la (troppa) prossimità con la CGIL e la sinistra antagonista. In altre parole, un governo Bersani finirebbe per tendere troppo a sinistra su questioni che sono in alto nella mia scala dei valori: la protezione della famiglia tradizionale e il lavoro. Sulla prima, le posizioni di Vendola sono ben conosciute. Io non ho assolutamente nessun problema a sostenere un quadro normativo per le unioni omosessuali all'interno delle quali i contraenti possano godere degli stessi diritti e privilegi legali e patrimoniali garantiti dal matrimonio tradizionale. Ma mi fermerei qui, senza andare a toccare la definizione di "matrimonio come unione tra un uomo ed una donna" e senza inserire le adozioni o forme di fecondazione assistita eterologa. Sulla seconda, l'idea di sinistra di un mercato del lavoro inflessibile e l'influenza di un sindacato politicizzato quale la CGIL, non fanno per me.

Il Centro di Monti? Più che su Monti, le mie maggiori perplessità sono sui suoi alleati, soprattutto Casini, incapace di definire una proposta politica compiuta, ritrovandocelo sempre a fare il gioco del pendolo, tra sinistra e destra. Fini? Onestamente non ce l'ho con lui per la rottura con Berlusconi. Anzi, in quel periodo io avevo già rotto con Berlusconi da tempo. Di Fini mi rimane l'opacità e la pochezza del suo coinvolgimento nel dibattito politico che ha portato FLI a percentuali insignificanti. Monti? Non sono tra quelli che se la presero, più di anno fa, per il suo incarico di Premier. Credevo allora che un ricambio fosse necessario. E lo era. Nessun partito fece delle proposte alternative serie e l'incarico, d'altronde, l'ottenne grazie al voto di sostegno di Camera e Senato, ovvero, grazie al voto dei partiti in Parlamento (fatte alcune eccezioni). Non lo biasimo perché ha fatto cose che andavano fatte. Sistemare l'Italia è un po' come sistemare una famiglia che non sa gestire il proprio budget: bisogna mettere più soldi da parte (tasse) e si devono tagliare le spese non necessarie. Tutte cose che fanno male. Certo, però, avrei preferito maggiore incisività durante i suoi mesi di governo su alcuni fronti, come quello delle liberalizzazioni.

Il Movimento 5 Stelle. Mi fermo qui. Ho già scritto sul mio blog quello che penso del partito di Beppe Grillo e delle sue proposte. Aggiungo solo un pensiero maturato durante il fine settimana: Grillo e il M5S continuano ad evitare ogni forma di confronto, ricerca o analisi, ovvero, ogni opportunità per cercare di dimostrare la fattibilità del proprio programma. Tutto ciò rafforza la mia idea che, di fatto, Grillo non abbia alcuna idea su come realizzare ciò che promette.


Allora, perché Fratelli d'Italia?
  • Prima di tutto per il coraggio dei suoi due fondatori, il duo Meloni-Crosetto, di andare per la propria strada dopo aver preteso, a gran voce, le primarie di partito per la scelta del candidato premier e la collegialità sulle scelte strategiche del partito. Un dibattito che ho seguito con interesse misto a sconforto nel vedere un segretario di partito (?), Alfano, incapace di assumersi la responsabilità di difendere e portare avanti un'iniziativa di democrazia interna importante;
  • Perché nel programma si parla di ristrutturazione dell'architettura dello Stato (riforma del Parlamento e presidenzialismo); perché si indicano regole chiare e inflessibili sulla (in)candidabilità nelle liste e responsabilità di bilancio dei partiti;
  • Perché sulle carceri non si parla di amnistia ma di pene alternative;
  • Perché mi piacciono le iniziative nel programma a sostegno delle famiglie e delle giovani coppie; e perché, con equilibrio, si parla di dichiarazione anticipata di trattamento o testamento biologico, non di eutanasia;
  • Perché nel programma si parla di turismo e di avvicinamento tra università e aziende.

Ovviamente ci sono altri punti programmatici che reputo positivi e ben posti, ma quelli appena elencati rappresentano la sintesi di quelle che io riconosco come priorità. Certo, ci sono anche alcuni punti del programma in cui non mi trovo totalmente d'accordo come le modalità di liberalizzazione dei servizi, in particolare taxi e farmacie. Mi spiace anche di dover mandare giù l'alleanza con Berlusconi e la Lega, forzata dall'attuale legge elettorale. E a dirla tutta, non mi sento rappresentato da La Russa, che sento quasi come un corpo estraneo al nucleo fondativo del movimento.

Devo ammetterlo, sono arrivato alla mia scelta non solo per esclusione, scrutando i programmi di pressoché tutti gli schieramenti, ma anche per affinità e contatti pregressi con persone vicine al giovane movimento del duo Meloni-Crosetto (tralascio intenzionalmente La Russa). Politici che ho conosciuto personalmente, con i quali ho parlato e, in alcuni casi, lavorato su alcuni progetti. Persone, insomma, che stimo e che lavorano seriamente, disinteressatamente, credendo in quello che dicono e nell'impegno morale e politico che hanno verso i propri elettori, e non solo.

Nel medio e lungo termine spero che Fratelli d'Italia cresca fino a poter correre con le proprie gambe e diventare il primo partito di riferimento del Centrodestra italiano. Senza dover scendere a patti con nessuno. Non solo in Italia, ma anche in Europa. La voglia c'è. Il gruppo dirigente - un misto di esperienza e facce nuove - pure.