23 ottobre 2012

Fact-Checkers... quanto vorrei ci fossero anche in Italia!

da Francoforte sul Meno, Germania
La Lynn University, dove si è tenuto il terzo faccia a faccia tra Obama e Romney
Avete presente i "fact-checkers", ovvero quegli analisti, esperti e organizzazioni che si occupano di verificare la veridicità delle affermazioni dei candidati alle presidenziali americane? Bene, non sarebbe bello che qualcuno in Italia, un gruppo di professionisti indipendenti o una fondazione, s'impegnasse a fornire questo servizio anche da noi? Non solo per il bene dell'informazione ma anche e soprattutto per il bene degli elettori e di una sana politica?

Il fact-checking, sia chiaro, non è una scienza perfetta e non può risolvere tutti i problemi. A volte, infatti, tale esercizio è influenzato dalle interpretazioni che gli osservatori danno alle risposte dei candidati. E' capitato più volte durante i tre dibattiti tra Obama e Romney. Il fact-checking dovrebbe infatti basarsi solo ed esclusivamente sull'analisi e il commento di semplici dati.

Come raccogliere e catalogare tutta questa mole di informazione? E poi, quanto siamo distanti effettivamente, almeno da un punto di vista culturale, dal poter applicare una seria e sistematica verifica delle affermazioni dei nostri personaggi pubblici? Quanto sarebbe diverso ascoltare i nostri candidati di schieramenti politici opposti dibattere su questioni di interesse nazionale e verificare poco dopo chi ha detto la verità, chi è stato più preciso e chi invece (maliziosamente o meno) ha condiviso "fatti" non supportati dai "dati"?

Per ora, invece, dobbiamo affidarci al nostro "fiuto," alla nostra memoria e a qualche giornale che si limita a verificare i dati facendo molto spesso riferimento ai propri articoli o alle proprie fonti. Nel migliore dei casi, quando la verifica avviene, non rappresenta comunque una prassi e una cultura consolidata.