24 giugno 2013

Josefa Idem e la teoria della "meno peggio"

da Francoforte sul Meno, Germania
Josefa Idem (Fonte: HuffingtonPost.it)

Josefa Idem, con la questione della doppia prima casa, di cui una adibita a palestra, ha fatto la furba? Oppure è vittima dell'atmosfera giustizialista che sembra aver avvolto il nostro Paese? In ogni caso, è giusto aspettarsi le sue dimissioni?

Secondo me si.

Io, tutt'altro che un cacciatore di streghe, non vorrei ridurre la questione ad una sua semplice lettura garantista/giustizialista. Il punto che sento di fare è un altro: è ora che in Italia chi sbaglia ne tragga le conseguenze del caso. Di scuse o giustificazioni, negli anni, ne abbiamo sentite fin troppe.

Poi c'è chi, come Sandro Gozi, deputato PD, dice:
"Spero proprio che la Idem possa restare al suo posto. E' una bella figura simbolica, la nomina è stato un bel segnale di rottura. [...] potrebbe anche trattarsi di cose piuttosto lievi e secondarie, per quanto finora è emerso.
La condotta di Idem è stata ben altra rispetto a qualche becero personaggio del centrodestra. La casa, almeno, lei ha ammesso di averla. Scajola nemmeno quello."
Allora, caro Gozi, visto che uno ammette l'errore, va bene così, è bravo e non c'è bisogno che si dimetta? 

Peccato, dico io, che l'errore sia stato ammesso solo dopo essere saltato fuori pubblicamente, non prima.

Insomma, che errare sia umano è vero ma cercare di arrampicarsi sugli specchi con l'"io sono meno peggio degli altri" è ridicolo e deprimente sia per le istituzioni, sia per tutti i cittadini onesti. Ecco, appunto, il vero nodo della questione.

Una persona è un simbolo quando è irreprensibile nei propri comportamenti o un modello da seguire. Evidentemente la Idem sarà un simbolo nello sport ma gli "errori" commessi la squalificano come simbolo di trasparenza nelle istituzioni.

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