23 aprile 2013

Commenti al discorso del Presidente Giorgio Napolitano

da Francoforte sul Meno, Germania
La "nuvola" delle parole più usate nel suo discorso
dal Presidente Giorgio Napolitano (Fonte: Repubblica.it)

Ieri il Presidente Giorgio Napolitano ha rivolto al Parlamento il discorso per la sua rielezione. Il primo bis nella storia della nostra Repubblica. Dopo il suo ringraziamento per l'ampio sostegno ricevuto e per la fiducia dimostrata attraverso il voto dell'Aula, il Presidente Napolitano entra nel merito delle questioni più pressanti del nostro Paese. E lo fa parlando in maniera chiara e diretta.

Di seguito i passaggi che mi hanno colpito di più.

L'avvitamento del Parlamento
"È emerso [...] un drammatico allarme per il rischio ormai incombente di un avvitarsi del Parlamento in seduta comune [per] l'elezione del Capo dello Stato. Di qui l'appello che ho ritenuto di non poter declinare [...]."
Il Presidente Napolitano non fa altro che sottolineare lo stato di stallo del Parlamento e l'incapacità delle forze politiche di giungere ad un accordo. Credo che questo passaggio del suo discorso sia servito da piattaforma per il successivo sviluppo dell'intervento. Il messaggio sotteso, poi ripreso più tardi in maniera più esplicita, sembra essere: una maggioranza "di schieramento" non è possibile ed è inutile girarci intorno.

La situazione attuale, le colpe dei partiti ed il primo riferimento a Grillo
"[...] L'insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono."
Ora che è al suo secondo mandato, il Presidente Napolitano sembra aver lasciato la prudenza nel suo studio al Quirinale. E' stato chiaro quando ha indicato i partiti ed i loro tatticismi quali principali responsabili della sfiducia generalizzata del Paese verso le istituzioni. Più sottile è stato quando, secondo me, si è rivolto ai deputati del M5S quando ha parlato di rappresentazioni in senso distruttivo delle istituzioni.

La legge elettorale e la riforma della Costituzione
"Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005. [...] Ed è un fatto, non certo imprevedibile, che quella legge ha provocato un risultato elettorale di difficile governabilità, e suscitato nuovamente frustrazione tra i cittadini per non aver potuto scegliere gli eletti.[...] Non meno imperdonabile resta il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione [...]."
Come si può non essere d'accordo con Napolitano su questo passaggio? Il governo del centrodestra prima, quello di larghe intese guidato da Monti poi, non sono riusciti a trovare un accordo almeno sulla legge elettorale. Forse qualcuno ha fatto male i calcoli pensando di avere in tasca i premi di maggioranza? Fatto sta che ora una nuova legge elettorale non è più rimandabile, così come le riforme alla seconda parte della Costituzione sull'ordinamento della Repubblica. Il fatto che il Presidente sia stato chiaro su questi due punti sembrerebbe voler indicare quale sarà l'indirizzo programmatico del futuro governo.

Le condizioni di Napolitano
"[S]e mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese." 
Con il potere di scioglimento delle Camere che ora detiene in virtù del suo secondo mandato, Napolitano può fare pressione sui partiti affinché questi ultimi mettano da parte interessi di partito o personali a beneficio del Paese. Un'altra ipotesi è quella di minacciare le proprie dimissioni facendone ricadere il peso delle conseguenze sui partiti irresponsabili.

L'Unione Europea, il lavoro e il Mezzogiorno
"[Si deve] affrontare la recessione e cogliere le opportunità che ci si presentano, per influire sulle prossime opzioni dell'Unione Europea, per creare e sostenere il lavoro, per potenziare l'istruzione e il capitale umano, per favorire la ricerca, l'innovazione e la crescita delle imprese'. [...] Occorre un colpo di reni, nel Mezzogiorno stesso, per sollevare il Mezzogiorno da una spirale di arretramento e impoverimento."
Napolitano auspica per l'Italia un ruolo attivo nelle sedi europee, rafforzando la posizione europeista del nostro Paese. Ricorda l'importanza della crescita per favorire l'occupazione, la ricerca e gli investimenti sulle PMI. Infine richiama il Mezzogiorno alla sua responsabilità di essere protagonista del risanamento dell'economia del Sud.

La "bacchettata" al Movimento 5 Stelle
"Apprezzo l'impegno [...] di volersi impegnare alla Camera e al Senato [...]: quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento. La Rete fornisce accessi preziosi alla politica [ma] non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti [...]."
Queste le parole indirizzate al Movimento 5 Stelle. Ben ha fatto il Presidente Napolitano a ricordare ai giovani parlamentari del movimento che di sola opposizione dura e pura non si fanno le riforme e che l'espressione della volontà popolare non può prescindere dalla rappresentanza in Parlamento.

L'invito alla convergenza dei partiti e la necessità di un governo in carica...
"Le forze rappresentate in Parlamento devono dare il loro apporto "alle decisioni da prendere per il rinnovamento del paese. Senza temere di convergere su delle soluzioni. [...] Lavorare in Parlamento sui problemi scottanti del paese non è possibile se non nel confronto con un governo come interlocutore essenziale sia della maggioranza sia dell'opposizione, [...] che abbia la fiducia delle due Camere. [...] Qualunque prospettiva [...] o qualunque patto [...] si sia stretto con i propri elettori, non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse [...]. Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese [...] è segno di una regressione, di un diffondersi dell'idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica."
Questo passaggio potrebbe rappresentare il nocciolo del discorso del Presidente Napolitano: un governo si deve fare anche se ciò richiederà la collaborazione con forze politiche contrapposte. Napolitano non vede altra alternativa e chiede ai partiti di considerare che date le circostanze, di fatto, per alcuni non sarà possibile mantenere il patto con i propri elettori. Questo sicuramente il caso del Partito democratico. M5S e Fratelli d'Italia hanno già annunciato che staranno all'opposizione.

...altrimenti si torna alle urne
"Altrimenti, si dovrebbe prendere atto dell'ingovernabilità, almeno nella legislatura appena iniziata. Ma non è per prendere atto di questo che ho accolto l'invito a prestare di nuovo giuramento come Presidente della Repubblica. L'ho accolto anche perché l'Italia si desse nei prossimi giorni il governo di cui ha bisogno."
Quindi, in estrema sintesi, o si fa il governo o il Parlamento dovrà assumersi la responsabilità delle conseguenze: scioglimento di una o entrambe le camere, fino all'eventualità eccezionale delle dimissioni dello stesso Presidente della Repubblica.

"Viva il Parlamento! Viva la Repubblica! Viva l'Italia!"
Così Giorgio Napolitano chiude il suo discorso. Un incitamento e un auspicio che, nelle attuali condizioni, sembra suonare come una supplica affinché, finalmente, si possa iniziare a lavorare davvero per invertire la rotta e tornare a crescere.


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