24 dicembre 2012

Il vero spirito del Natale: bisogna solo saperlo "guardare"

da Francoforte sul Meno, Germania
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"Non preoccuparti della dimensione del tuo albero di Natale. Agli occhi di un bambino sono tutti alti 10 metri." Durante questo periodo di festa ho avuto modo di trascorrere molto più tempo del solito con i miei figli. Grazie a loro questa citazione di Larry Wilde, autore e scrittore umoristico, mi ha aiutato a guardare oltre la superficie e a vivere con uno spirito diverso questo Natale.

Da diversi giorni, a casa siamo impegnati in un lavoro tutto particolare... cercare di ricreare tra le nostre mura domestiche uno spirito adeguato per il Natale. Premetto, per chi non lo sapesse, che sono Cristiano, credente... e più precisamente mormone. Si, quella religione del Libro di Mormon, e di Mitt Romney. 

Ecco, ogni anno mi riprometto di vivere meglio il Natale e di cercare di assaporarne il vero significato e da cinque anni, cioè da quando mi sono sposato, vado sempre meglio. Avete capito bene! E' soprattutto merito di mia moglie!

Quest'anno è stato speciale: ci siamo impegnati davvero. Abbiamo fatto l'albero al momento giusto: né troppo presto, né troppo tardi. Siamo andati a sceglierlo e lo abbiamo addobbato, come famiglia, insieme ai nostri tre figli di quattro, due e un anno. Bellissimo.

Poi abbiamo costruito il presepe. Si, esatto, costruito. Abbiamo creato le figure con ciò che avevamo in casa e comprato qualche asticella di legno e tavoletta di balsa per la stalla. Daniel, il nostro primogenito, all'asilo ha fatto l'angioletto (che volteggia sospeso sopra la stalla) e insieme a Luca, il secondogenito, e mia moglie, abbiamo allestito il tutto. Divertente.

Il nostro presepe fatto in casa. Condividi la cartolina su Facebook!

Infine, i particolari. Ogni giorno musica di Natale come sottofondo alle nostre attività familiari. Le luci sulle finestre e gli addobbi sulla porta di casa. La corona dell'avvento con le quattro candele da accendere durante la colazione delle domeniche mattina di dicembre. Coinvolgente.

Poi i regali, con sobrietà, senza esagerare, ed un occhio (e una mano) rivolto a chi è meno fortunato.

Così siamo arrivati al grande giorno. Stasera celebreremo il Natale. Ognuno a modo suo. Chi in famiglia, chi con gli amici, chi a casa, chi in un locale. Ognuno di noi ci arriverà con uno stato d'animo diverso, con gioie, dolori, frustrazioni e ogni altro genere di sentimenti.

E' proprio sotto quest'ottica che le parole di Wilde rendono il mio Natale più magico. Facciamo qualche prova:

"Non preoccuparti della cena della vigilia. Agli occhi di un bambino sarà sempre un banchetto."

"Non preoccuparti della dimensione del tuo appartamento. Agli occhi di un bambino sono tutti di 100 metri quadri."

"Non preoccuparti del modello della tua auto. Agli occhi di un bambino sono tutte macchine da corsa."

"Non preoccuparti della dimensione del tuo conto in banca. Agli occhi di un bambino dieci centesimi sono un tesoro dorato."

"Non preoccuparti del tuo corpo. Agli occhi di un bambino sei sempre un cavaliere o una principessa, un gigante o una fata."

Si potrebbe andare avanti all'infinito. Certo, ci sono situazioni che meritano risposte più profonde, per le quali gli "occhi di un bambino" potrebbero non bastare. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, né ridurre situazioni complicate a quello che potrebbe sembrare un gioco di parole.

Quello che sto cercando di dire in queste poche righe è in realtà riassunto in questi passi del Nuovo Testamento:
"Ma Gesù chiamò a sé i bambini e disse: Lasciate i piccoli fanciulli venire a me, e non glielo vietate, perché di tali è il regno di Dio. In verità io vi dico che chiunque non avrà ricevuto il regno di Dio come un piccolo fanciullo, non entrerà punto in esso." - Luca 18:16-17 [corsivo aggiunto]
Il Natale appartiene ai fanciulli perché loro sanno guardare il mondo come Dio lo conosce.

Un paio di esempi recenti. Qualche giorno fa come famiglia abbiamo visitato una città a un paio di ore da casa nostra. Abbiamo visitato musei, una fabbrica di cioccolata e dei mercatini di Natale. I nostri figli hanno corso come dei matti, riso e scherzato tutto il giorno. Durante una passeggiata, Daniel (4 anni) ci ha chiesto di fare "vola vola", ovvero di tenerlo per mano e fargli fare dei lunghi balzi. In un altro momento della giornata, Luca (2 anni), mentre stavamo lasciando un mercatino di Natale, ha visto un mendicante seduto al lato della strada e ci ha chiesto di dargli delle monetine affinché lui potesse portarle al pover'uomo. Durante il viaggio di ritorno, come spesso facciamo, abbiamo chiesto ai nostri figli cosa li avesse fatti divertire di più. Le risposte ci hanno piacevolmente sorpreso e riempito di gioia: Daniel ha indicato il nostro "vola vola", mentre Luca ha detto che ciò che gli è piaciuto di più è stato donare le monetine al "signore povero."

Quest'anno ho osservato tanto i miei figli e il modo, semplice e puro, con il quale si sono avvicinati al Natale, a Gesù Cristo. In altre parole, ho osservato il Natale con gli occhi di un bambino.

E ne è valsa la pena.